Suggerimenti per parlare brillantemente in pubblico.

 

 

pubblicato su ESPANSIONE | intervista a Vittorio Galgano |

espansione-copertina-parlare-in-pubblico-vittorio-galgano

OTTANTAVENTI, società specializzata in formazione alla vendita e all’oratoria con sede a Perugia e a Milano, è attiva in tutta Italia con Corsi aziendali e interaziendali.

 

Risale al 1976 il suo primo seminario sulle tecniche per PARLARE IN PUBBLICO; da allora migliaia di manager e professionisti di ogni area si sono formati ai suoi Corsi.

 

Grazie all’esperienza ultraventennale, il suo bagaglio di suggerimenti sugli elementi da curare per migliorare lo stile espositivo è particolarmente ricco. Vediamone alcuni.

 

“Le frasi devono essere brevi, bisogna privilegiare la costruzione attiva a quella passiva, i verbi ai sostantivi, le espressioni positive a quelle negative; è necessario essere estremamente precisi nel citare notizie, fonti e dati.

 

Mai porre domande indisponenti, non adulare, evitare analogie che possono risultare offensive e frasi che danneggiano la chiusura, come ad esempio “Per concludere”, se non si sta realmente chiudendo: allora meglio “Per riassumere”. La conclusione deve essere invece breve e inaspettata. E, soprattutto, VITTORIO GALGANO sottolinea l’importanza di quelli che lui chiama “cartoncini di sostegno” ossia dei cartoncini numerati con le frasi da pronunciare perché, a suo avviso, nessuno può fare un vero discorso a braccio.

 

Autore di libri di successo sulle tecniche di vendita e per PARLARE IN PUBBLICO, VITTORIO GALGANO ha inoltre ideato la commedia Momenti di Oratoria: un modo efficace e divertente per far acquisire ai protagonisti fiducia in se stessi, vincendo la paura del pubblico.

 

Corso COME PARLARE IN PUBBLICO

COINVOLGI il tuo pubblico e ottieni il CONSENSO!

 

GALGANO l’ha messa in scena a completamento di un Corso di comunicazione per i manager del Mercatone Uno, azienda della distribuzione con 4.500 dipendenti in tutta Italia e in forte espansione: 10 incontri di 3 ore ciascuno e un po’ di esercizio a casa hanno trasformato i sette protagonisti in attori e conferenzieri brillanti.

 

“La nostra esigenza”, dice Pierluigi Boarelli, direttore vendite del Mercatone Uno, “è far sì che i manager delle vendite siano in grado di comunicare con tutti i collaboratori, e non solo con quelli più stretti: in pratica di saper parlare a un pubblico ampio”. E Gianni Quartieri, funzionario del settore mobili e bazar, che ha interpretato uno dei personaggi chiave della commedia, aggiunge: “La commedia è stata un’esperienza piacevole, ma soprattutto formativa sia per gli interpreti sia per il pubblico (il MANAGEMENT della direzione e gli oltre 80 direttori dei punti vendita). In azienda, anche successivamente, parlando di COMUNICAZIONE, ci siamo spesso richiamati a questa esperienza rielaborando quanto avevamo appreso”.

 

La commedia rappresenta infatti un momento di FORMAZIONE anche per il pubblico: la dinamica che si sviluppa tra i vari protagonisti, il susseguirsi di situazioni umane imprevedibili, gli stimoli culturali costituiti dai discorsi degli interpreti costituiscono non solo uno spettacolo di grande suggestione, ma anche una formula particolarmente efficace per trasmettere in modo più coinvolgente e dinamico i concetti e le tecniche del parlare in pubblico.

 

Le 12 regole per parlare in pubblico e avere un sicuro INsuccesso

Fate capire immediatamente l’accuratezza della vostra preparazione presentandovi con in mano un voluminoso pacco di fogli. Ostentatelo in modo che tutto il pubblico lo possa notare, poi deponetelo sul piano del leggio.

 

Prima di cominciare il discorso, fate a braccio, con la testa bassa e gli occhi chiusi, una premessa di ampio respiro. Questo preambolo, costituito da un dettagliato curriculum scolastico e professionale, è utile per acquisire maggior autorevolezza. Alcuni brillanti oratori partono addirittura dalle prime esperienze avute all’asilo.

 

Dopo, aperti gli occhi, ignorando il pubblico, abbassateli sulle vostre carte, schiaritevi la gola e cominciate. Proferite la frase di apertura con un tono morbido e rilassante in modo da non costituire una nota di disturbo per chi avesse già cominciato a sonnecchiare.

 

Leggete, leggete chini sui vostri fogli senza mai alzare lo sguardo. Ricordate sempre che il PUBBLICO quando riposa non ama essere spiato dal relatore.

 

Se in modo regolare e cadenzato vi è naturale arricchire la vostra esposizione con espressioni dei tipo: “Vale a dire, in altri termini, morale” fatelo con costante regolarità.

 

Le frasi devono essere lunghe, arzigogolate, complesse e proferite senza il minimo distacco tra una parola e l’altra.

 

Mantenete lo stesso tono, lo stesso volume e la stessa velocità d’eloquio; bruschi cambiamenti in questo senso possono infastidire e costringere qualcuno, suo malgrado, a prestarvi attenzione.

 

Se nel vostro modo di COMUNICARE vi fosse un rituale di origine nervosa (passarsi la mano tra i capelli, toccarsi il naso, il lobo di un orecchio, tirare su col naso), non cercate di nasconderlo, ma limitatevi semplicemente a ritmarlo il più possibile.

 

Se non riuscite a stare fermi, piuttosto che deambulare con in mano i fogli e il naso incollato a essi, è più prudente non allontanarsi dal leggio e saltellare sui due piedi.

 

Nel finale, i passi più complessi del DISCORSO è bene riassumerli con delle immagini. L’ultima chicca, vera delizia per il pubblico, è costituita da una nutrita serie di diapositive. Questo tipo di supporti visivi è il più indicato, poiché richiede l’oscuramento della sala.

 

Una volta terminato il riepilogo, per far capire chiaramente a tutto il pubblico che è giunto il momento di applaudire, urlate a voce spiegata: “Adesso luce!”.

 

Con la luce accesa e un tono ancora più stentoreo, in modo da far riprendere coscienza anche ai più riottosi, sarà opportuno dichiarare: SIGNORI HO FINITO! GRAZIE PER L’ATTENZIONE!

Vittorio Galgano

partner Ottantaventi

Share This