Un dibattito per ascoltare dalla viva voce di alcune giovani imprenditrici la narrazione delle loro esperienze e delle loro riflessioni.

 

 

pubblicato su IL SOLE 24 ORE | intervista ad Adriana Galgano |

Adriana Galgano, Luisa Todini, Alessandra Pivato, Rossella Russo

La Fondazione Marisa Bellisario, a coronamento della ricerca sul tema Le nuove leve del 2000, contenuta in questo stesso fascicolo, ha voluto realizzare un “forum” per ascoltare dalla viva voce di alcune giovani imprenditrici la narrazione delle loro esperienze e delle loro riflessioni. Il dibattito si è svolto sui temi della successione in azienda, degli ostacoli incontrati nel corso delle carriere imprenditoriali, dei consigli da dare alle giovani che vogliono fare impresa. Hanno coordinato la discussione Lella Golfo, Segretario Generale della Fondazione, e il Prof. Marco Marturano, docente di Tecnica della Comunicazione.

LELLA GOLFO: una delle attività principali della Fondazione è la ricerca sulle problematiche del lavoro femminile e in particolare sulle carriere dirigenziali e le iniziative d’impresa. La ricerca compiuta l’anno scorso in occasione del Premio Marisa Bellisario ’98 ha accompagnato le imprenditrici nella grande avventura del mercato globale. Logico gettare ora lo sguardo sulle nuove generazioni. La ricerca che presenteremo quest’anno alla XI^ edizione del Premio riguarda infatti le nuove leve del 2000. Ma abbiamo voluto unire ai dati statistici anche la voce viva delle protagoniste di questo processo di rinnovamento per ascoltarne le esperienze dirette e le idee che ne hanno maturato. Vi ringrazio della partecipazione e prego il Prof. Marturano di introdurre il primo tema della nostra conversazione.

MARCO MARTURANO: più che con un tema, vorrei avviare il dibattito con una provocazione: imprenditrici si nasce o si diventa? La complessità di un’attività industriale induce oggi a una ricerca affannosa di competenze; ma quando si tratta dì creare un’impresa, difficilmente, almeno qui in Italia, si esce dall’ambito delle esperienze familiari. Quindi: imprenditrici si nasce o si diventa?

ADRIANA GALGANO: fare impresa richiede caratteristiche specifiche, doti particolari. Si può essere intraprendenti o no, miti o aggressive. Poi contano molto le opportunità. La mia famiglia mi ha lasciata libera di decidere e infatti ho scelto di laurearmi in Scienze Politiche pensando alla carriera diplomatica. Solo più tardi ho scoperto che l’impresa era un percorso giusto per me. Così ho fatto la mia azienda che si è poi collegata a quella di mio padre.

MARCO MARTURANO: è venuto fuori un bel quadro: imprenditrici determinate e felici. Ma vorrei una risposta più precisa: avere un’azienda alle spalle è un’agevolazione o una necessità?

ADRIANA GALGANO: in Italia non c’è niente alle spalle di chi vuole fare impresa. La scuola in tutti i gradi è assente. In Confindustria abbiamo varato, non a caso, il programma delle 30 ore, trenta ore in cui gli imprenditori vanno nelle scuole a insegnare che cosa è e come si fa un’impresa. Tranne questo non c’è niente; perciò la presenza di un’azienda di famiglia è importante, crea l’opportunità di intraprendere.

LELLA GOLFO: voi tutte, queste opportunità le avete avute. Ma alle altre, che possiamo dire a chi non ha relazioni col mondo dell’impresa?

ADRIANA GALGANO: l’iniziativa delle 30 ore è importante e può essere sfruttata. Come consiglio, direi di cominciare a lavorare in un’azienda.

LELLA GOLFO: quali ostacoli avete incontrato e quali vedete per l’affermazione dell’imprenditroria femminile?

ADRIANA GALGANO: pur lavorando in un ambiente di uomini, non ho trovato difficoltà per il fatto di essere donna. Le difficoltà vere sono quelle che stanno di fronte a tutti: il sistema di istruzione, il fisco, le banche, la Pubblica Amministrazione, il ritardo tecnologico. Faccio servizi per Internet e la Camera di Commercio non riesce ancora a classificare la mia azienda. Se non impareremo a spingere questo paese verso una società post-industriale, ad adottare le tecnologie innovative, perderemo tutte le occasioni del futuro.
Tra nord e sud non c’è differenza tra uomo e donna, solo che nel centro ci sono più occasioni. Ma diciamo che anche da noi qualche cosa sta cambiando. Oggi ci prestano attenzione, ci guardano con curiosità. La società con cui facciamo i conti ha ora più donne nei posti di comando, nelle Regioni, negli enti locali. La campagna “Emma for president” ha avuto grande successo perché Emma è donna.

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Adriana Galgano

partner Ottantaventi

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