Suggerimenti per gestire le resistenze

Perla di Massimo Brizzi 

Le persone oppongono RESISTENZE al cambiamento, soprattutto quando questo viene percepito come imposto e non come il risultato di una libera decisione.

 

Gestire bene queste RESISTENZE dipende dalla conoscenza delle tecniche, dalle capacità di applicarle, ma anche e soprattutto dalla motivazione a volerlo fare.

 

Facciamo un esempio:
siamo riusciti a convincere un nostro cliente e un nostro collaboratore, inizialmente restii, rispettivamente ad acquistare un nuovo prodotto e ad adottare nuove procedure per lo svolgimento del proprio lavoro.

 

Per evitare di far sorgere ulteriori RESISTENZE e di far percepire questi cambiamenti come “imposti” possiamo far ricorso, ad esempio, alla tecnica del “NON FAR TRAPELARE MAI LA PROPRIA VITTORIA”, utilizzando un approccio come il seguente: “vedo con piacere che ci siamo trovati d’accordo sui vantaggi di questo prodotto/dell’utilizzo delle nuove procedure…”

 

Se viceversa non abbiamo la necessaria motivazione a voler utilizzare questa tecnica, corriamo il rischio non solo di far trapelare, ma anche di far “pesare” la nostra “vittoria”, utilizzando atteggiamenti di questo tipo:

  • “Ha visto? Alla fine si è convinto che questo prodotto è molto meglio dei precedenti….”
  • “Bene, vedo con piacere che ti sei reso conto dell’importanza delle nuove procedure che dovrai utilizzare….”

 

Queste frasi rischiano di indisporre i nostri interlocutori ed è molto probabile che facciano sorgere altre RESISTENZE, dovute alla percezione che il cambiamento intervenuto (acquisto del prodotto o utilizzo delle nuove procedure) sia stato imposto, e che noi abbiamo provato a manipolare la volontà del cliente o del collaboratore.

 

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Le possibili cause della (frequente) mancanza di motivazione all’utilizzo delle tecniche di gestione delle RESISTENZE possono essere:

  • mancanza di assertività e sensibilità umana nei confronti dei propri interlocutori;
  • auto-immagine di persona che non ritiene utile o necessario prestare attenzione alle altrui esigenze psicologiche;
  • paura di manifestare insicurezza e di perdere una posizione di superiorità, sia essa gerarchica o negoziale.
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