Consigli ed esempi pratici

di Massimo Brizzi

Ho ascoltato spesso, come potenziale cliente, telefonate di RICHIESTA APPUNTAMENTO costruite su frasi come:

  • “Buongiorno, potrei parlare con il signor Mario Rossi?”
  • “Niente, volevo parlare al Signor Rossi di una nostra offerta molto interessante…”
  • “Buongiorno Signor Rossi, scusi tanto se la disturbo, ma le faccio perdere solo poco tempo”
  • “Sì mi rendo conto, ma ci faceva piacere parlare con lei…solo 5 minuti del suo prezioso tempo, senza impegno…”
  • “Mi dà questo appuntamento così non la disturbo più… Non devo venderle nulla … solo presentarle un’interessante opportunità…”
  • “No, al telefono meglio di no, perché non riesco a dirle con chiarezza”
  • “Una mail? Per me non c’è problema, ma non so se poi riesce a leggere tutti gli allegati che sono costretto a mandarle”
  • “Allora cosa dice? Riusciamo a vederci la prossima settimana?”

Cosa faremmo se ricevessimo una TELEFONATA simile?

 

Sicuramente non concederemmo l’appuntamento, dal momento che questa TELEFONATA raggruppa tutti gli ERRORI che è possibile commettere:

  • l’utilizzo del linguaggio è psicologicamente scorretto, dall’inizio alla fine;
  • non ci si presenta;
  • non si adotta nessuna tecnica per cercare di superare il FILTRO;
  • ci si qualifica come scocciatori;
  • si sminuisce l’importanza dell’incontro;
  • si effettua la richiesta dell’appuntamento in modo poco motivante;
  • non si gestiscono le obiezioni;
  • si permette all’interlocutore di dire “no” con disarmante semplicità.

 

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Probabilmente non sono “tutti” gli ERRORI che si possono commettere:
può infatti anche capitare di ascoltare qualcuno concludere in bellezza e gestire il nostro rifiuto a concedere l’APPUNTAMENTO, con un laconico quanto offensivo
“…Mi dispiace che lei non abbia colto l’importanza dell’opportunità che volevo offrirle”.

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